La Musicoterapia e i Disturbi Specifici di Apprendimento

musicoterapia e disturbi apprendimento

Oggi, sempre più frequentemente si sente parlare di DSA.
DSA è l'acronimo con cui si intendono i Disturbi Specifici di Apprendimento.
La Musicoterapia è uno degli interventi utili a migliorare sensibilmente le competenze del bambino con DSA.

Nelle linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca esprime quanto segue:
I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica.
Sono coinvolte in tali disturbi: l’abilità di lettura, di scrittura, di fare calcoli.

Sulla base dell’abilità interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica:

  • dislessia (lettura)
  • disgrafia e disortografia (scrittura)
  • discalculia (calcolo)

Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati.
Vediamo tali disturbi più da vicino.

1Dislessia: la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce.
Tale difficoltà non può essere ricondotta a ragioni organiche quali insufficienti capacità intellettive, così come non è imputabile a cause esterne, a deficit sensoriali o ambientali, quale ad esempio la mancanza di istruzione.
L'ipotesi più accreditata è che si tratti di una disabilità dell'apprendimento a trasmissione genetica.

2Disgrafia: disturbo che coinvolge la scrittura, sia nella riproduzione di segni alfabetici che in quelli numerici; le cause possono appartenere ad un quadro disprassico o essere conseguenza di una lateralizzazione incompleta.
Il soggetto trova difficoltà a riprodurre segni alfabetici e numerici. Trattandosi di un problema legato al grafismo, tale sintomo si rivela intorno alla terza elementare.

3Disortografia: si parla di disortografia, quando il soggetto trova difficoltà a rispettare le regole di trasformazione da linguaggio parlato a linguaggio scritto. Come per la dislessia, le cause non sono imputabili alla mancanza di istruzione/esperienza o a deficit motori/sensoriali. La disortografia spesso si accompagna alla disgrafia che è un disturbo del ritmo neuro-motorio della scrittura. Il soggetto disortografico omette, sostituisce o inverte parti di grafemi o parole.

4Disturbo specifico della compitazione ovvero, difficoltà nel suddividere in sillabe le parole, non è insolito che si associ a problemi di disgrafia ma generalmente non include la parte fonetica.

5Discalculia: la prognosi è di tipo organico, geneticamente determinata, vale a dire una disfunzione cerebrale. Diverso dalla difficoltà procedurale nel calcolo scritto, si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell’associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione crescente e decrescente.

5Disprassia ovvero: incapacità di fare. Il disturbo riguarda la coordinazione e il movimento. Non si escludono problemi anche nel linguaggio. In altri termini la disprassia è la difficoltà a compiere gesti coordinati e finalizzati al raggiungimento di uno scopo.
La disprassia può essere acquisita quale esito post-traumatico o attribuibile a mutazioni del gene FOXP2, si tratta in ogni caso di una patologia complessa, con complicazioni che vanno dal motorio al cognitivo.

6Disturbo specifico del linguaggio: in questo caso l’acquisizione delle normali abilità linguistiche è disturbata sin dai primi stadi dello sviluppo. Tale disturbo non è attribuibile ad alterazioni neurologiche o ad anomalie di meccanismi fisiologici dell’eloquio, né a compromissioni del sensorio, ritardo mentale, neanche eventuali fattori ambientali sono alla base del disturbo.

Implicazioni cognitive in Musicoterapia

Com'è noto, l'uso della musica a scopi terapeutici, fonda le proprie radici in un passato molto remoto, nonostante ciò la comunità scientifica ha ignorato tale pratica fino a tempi relativamente recenti, in quanto la pratica musicale è stata sempre ritenuta un'attività prettamente culturale, con connessioni di stampo biologico trascurabili.
La rivalutazione è avvenuta grazie all'osservazione del numero di implicazioni cognitive coinvolte nell'evento musicale: la capacità attentiva, l'analisi delle strutture, l'operatività, la memorizzazione, la creazione di pensieri coerenti. Da ciò si deduce come sia stato necessario riconsiderare l'attività musicale non solo alla luce dell'aspetto culturale e umano, ma quale interessante e pertinente oggetto di speculazione scientifica, attraverso cui analizzare e valutare il funzionamento della mente.

×

Log in

×

Registrati e teniamoci in contatto!

Registrati alla news letter di Terapia Musicale per rimanere aggiornato su eventi e post del blog.

Leggi il trattamento sui dati personali
Puoi cancellare l'iscrizione alla news letter in qualsiasi momento