Ho sperimentato in prima persona il massaggio sonoro, grazie alla mia docente di Musicoterapia Annamaria Gheltrito.
Un'esperienza tanto emozionante ed intensa, da convincermi ad acquistare un pianoforte a coda ed offrire a conoscenti e non, la possibilità di provare sensazioni fisiche ed emotive assolutamente nuove e sorprendenti.
Inizialmente, ho inteso il massaggio sonoro come una tecnica per sperimentare un nuovo modo di percepire la musica, senza avere alcuna idea su ulteriori finalità, tanto meno, ho presentato e proposto questa esperienza quale metodo terapeutico.
La ragione iniziale è stata esclusivamente il rilassamento che ne può derivare.
Ogni qualvolta mi si è presentata l'occasione di proporre un massaggio sonoro ho sempre usato la tecnica dell'improvvisazione: tutte le composizioni infatti, variavano per andamento, ritmo, altezza ed intensità.
Prima di ogni trattamento, mi sono sempre limitata a descrivere quello che avrei fatto, chiarendo che in qualunque momento, sarebbe stato possibile interrompere l'esecuzione, nel caso la persona ne avesse sentito l'esigenza.
Non ho mai posto domande specifiche prima del trattamento, nel tentativo di non farmi influenzare da aspetti cognitivi ed inferenze personali su quanto appreso dal mio interlocutore; le restituzioni, da parte dell'utenza, sono sempre state successive al massaggio e spontanee.
Ogni esecuzione ha avuto un carattere completamente differente, alcune volte mi sono sentita completamente trasportata dall'interazione con lo strumento e con la persona distesa su di esso; altre volte invece, ho percepito grandi difficoltà, che si traducevano nell'incapacità di produrre armonie piacevoli, addirittura provavo difficoltà a muovere le dita sulla tastiera, eseguendo in alcuni casi, quelle che di primo acchito, interpretavo come rovinose dissonanze o grossolani errori tecnici o armonici.
Di fatto, ogni qual volta incontravo quel tipo di difficoltà, la persona adagiata sul pianoforte mi riportava, successivamente al massaggio, alcuni disagi con cui doveva convivere: disagi sostanzialmente di tipo relazionale, psicologico o emotivo.
Al contrario, chi dichiarava di avere disturbi di tipo fisico, non ha mai provocato in me difficoltà esecutive ed il massaggio ha procurato sollievo dai dolori.
Ci sono stati casi, in cui, io e la persona distesa, abbiamo vissuto una grande sintonia condividendo durante l'esecuzione (l'una all'insaputa dell'altra) immagini simili per soggetto o colore.
Non esiste nessuna ragionevole prova scientifica a suffragio dei benefici raccontati da queste persone.
D'altro canto, nessun ragionevole motivo per cui queste persone potessero mentire sulle emozioni e sensazioni provate, dando restituzioni edulcorate.
Di fatto, tutte loro, (anche quelle non citate) hanno provato emozioni positive, a volte molto forti. Qualcuno ha pianto “lacrime di gioia”, dicendomi di non ricordare di aver vissuto sensazioni così intense.
Nessuno ha mia chiesto di sospendere il trattamento, al contrario, molti hanno dimostrato una certa delusione per la brevità dell'intervento, in genere della durata di 30/40 minuti.
Se la guarigione inizia assumendo un atteggiamento ed un pensiero diverso nei riguardi di sé stessi, credo che il massaggio sonoro possa rappresentare un complemento a questo processo, di tutto riguardo.
Ciao Patrizia. Anzitutto grazie. Il massaggio sonoro sul pianoforte ha, tra le sue proprietà, quella di condurre ad uno stato di rilassamento abbastanza profondo. Spero sortirà effetti benefici anche sul tuo mal di testa!