La Dislessia e la Musicoterapia

Un disturbo diselssicoL'uso della musica a scopi terapeutici, fonda le proprie radici in un passato molto remoto, nonostante ciò la comunità scientifica ha ignorato tale pratica fino a tempi recentissimi, in quanto la pratica musicale è stata sempre ritenuta un'attività  prettamente culturale, con connessioni di stampo biologico trascurabili.

La rivalutazione è avvenuta grazie all'osservazione del numero di implicazioni cognitive coinvolte nell'evento musicale: la capacità attentiva, l'analisi delle strutture, l'operatività, la memorizzazione, la creazione di pensieri coerenti. Da ciò si deduce come sia stato necessario riconsiderare l'attività musicale non solo alla luce dell'aspetto culturale e umano, ma quale interessante e pertinente oggetto di speculazione scientifica, attraverso cui analizzare e valutare il funzionamento della mente.

Planum temporale e dislessia

Premesso che i lobi temporali sono deputati al riconoscimento visivo, alla percezione uditiva e alla memoria e che una lesione unilaterale del lobo temporale destro può causare la perdita dell'abilità agli stimoli uditivi non verbali (quali ad esempio la musica) compromettendo il riconoscimento, la memoria e la produzione del linguaggio, è ipotizzabile che i problemi connessi alla dislessia, siano in qualche modo riconducibili ad anomalie di questa zona cerebrale. Ma andiamo con ordine.

E' stato dimostrato come la Musicoterapia, sia in grado di potenziare meccanismi neurali importanti anche per il linguaggio, che, nelle persone dislessiche, può presentare qualche atipicità.
Nel soggetto dislessico l’organizzazione mentale è differente, si tratta di un cervello dotato e produttivo che apprende in maniera diversa, presentando un'anomalia del Planum Temporale (regione cerebrale situata nel lobo temporale di ciascun emisfero).

Personaggi famosi affetti da Dislessia

Pare che la storia sia stata costellata da grandi personaggi (Napoleone Bonaparte ad esempio) affetti da dislessia.
Come qualunque cosa, anche il modo in cui la dislessia colpisce ogni singolo individuo, si differenzia sensibilmente.
Il denominatore comune è legato alla ridotta capacità di lettura rispetto a soggetti simili per livello intellettivo ed età.
Intorno agli anni '80 furono fatte indagini relative al Planum Temporale e fu riscontrata una simmetria bilaterale in soggetti dichiarati dislessici, al contrario di altri soggetti non selezionati, i cui Planum risultarono asimmetrici con una prevalenza volumetrica di quello sinistro. E' stata inoltre dimostrata, tramite esami autoptici di encefali appartenuti a soggetti dislessici, l'esistenza di irregolarità della via magnocellulare del sistema visivo; tenuto conto che, l'organo deputato all'analisi dei suoni è la coclea (sezione dell'orecchio interno), una rielaborazione dei suoni deficitaria, può essere quindi, presumibilmente causata da anomalie alla suddivisione di fibre sensoriali (paragonabili al dualismo parvocellulare e magnocellulare del sistema visivo) del sistema uditivo.

Suono e dislessia

I suoni si suddividono in due categorie: suoni puri e suoni spuri. Quelli prodotti dalla voce e dagli strumenti acustici appartengono alla seconda categoria, sono spuri, ovverosia sono ricchi di armonici (frequenze più alte della frequenza di base da cui genera il suono stesso).
Nel caso delle consonanti, alcune di esse, hanno una frequenza di base estremamente simile (ciò che le differenzia sono proprio gli armonici), questa estrema somiglianza e l'impossibilità di “cogliere” gli armonici ad esse correlate, è una delle cause della dislessia.
Due esempi sono B e P oppure T e D.

Lettura e dislessia

La lettura richiede un'attività di rielaborazione molto complessa che coinvolge vista e udito in modo sincronizzato, il simbolo si trasforma in suono, ovverosia: lo stimolo esterno si trasforma in stimolo interno, per poi essere nuovamente esternalizzato.
La coclea, come abbiamo detto, è l'organo designato a tradurre il simbolo in suono, mentre il vestibolo guida il passaggio da una lettera all'altra, in fase di lettura. Alla sincronia tra vestibolo e coclea, corrisponde quello tra occhio e orecchio: quando il sincronismo tra queste due operazioni rallenta, emergono i problemi. Tale rallentamento è presumibilmente deputabile al tentativo di elaborazione delle armoniche che, come già esposto, nei dislessici è deficitario. L'elaborazione della “metamorfosi” simbolo-suono quindi può risultare rallentata o confusa.

E' stato dimostrato come lo studio della musica ed il trattamento con la musicoterapia comportino modificazioni e miglioramenti delle competenze dell'individuo anche in attività extramusicali, nello specifico, si sono verificati potenziamenti delle capacità verbali (leggi anche effetto Mozart).
La musica e la musicoterapia sono esperienze multisensoriali che stimolano una plasticità adattiva delle connessioni neurali interessate all'analisi delle informazioni linguistiche, nelle funzioni attentive e in quelle mnestiche.

Le attività di musicoterapia individuate si propongono di operare su più livelli, sensoriale-percettivo, elaborativo ed operativo (input, elaborazione, output), apportando contributi nei campi delle emozioni e della relazione, arricchendo di creatività e benessere l'atto terapeutico, fornendo un ingrediente utile alla buona riuscita del percorso didattico-educativo e/o rieducativo ovverosia, offrendo nuove tecniche e nuovi strumenti di approccio alla lettura.

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