Terapie espressive con la Musicoterapia

Negli ultimi anni sono state fatte numerose ricerche e sperimentazioni in ambito medico sanitario su quali metodi di intervento terapeutico alternativo, possano in qualche modo dare sollievo o alleviare determinati stati d'animo al fine di migliorare la qualità di vita del paziente.
Nelle terapie espressive, rientrano tutte quelle che prevalentemente utilizzano come forma di terapia il sentimento e l'emozione. Di esse fanno parte:la  Arteterapia, la Danzaterapia, la Cromoterapia, la Pet teraphy (terapia che utilizza l'impiego di animali) ed infine la Musicoterapia.
In particolare, per Musicoterapia, si intende un intervento di carattere preventivo e terapeutico riabilitativo, che utilizza l'espressione musicale (forma di comunicazione non verbale) finalizzata alla stimolazione e allo sviluppo di funzioni quali l'affettività, la motricità, il linguaggio ecc. e può essere utilizzata sia con gli adulti sia coi bambini.
L' aspetto che caratterizza la Musicoterapia è sostanzialmente il linguaggio sonoro/musicale.
Esso può facilitare l'espressione diretta dei vissuti emotivi e delle proprie emozioni, e può quindi essere considerata un intervento specifico in tutti quei casi dove sussiste un disturbo qualitativo e/o quantitativo della sfera emotiva, relazionale e sociale.
Ergo, la Musicoterapia è in grado di agire in modo omogeneo sia sulle qualità innate sia su quelle acquisite, al fine di attivarle, stimolarle, qualificarle in una dimensione intrapersonale e interpersonale.

La musicoterapia viene utilizzata in tre principali ambiti:

• Ambito Preventivo
• Ambito Riabilitativo
• Ambito Psicoterapeutico

L'intervento di tipo preventivo è caratterizzato dall'impiego dell'elemento sonoro/musicale con finalità globalmente cognitive e maturative.
Introdurre la musica può agevolare un percorso di crescita e conoscenza personale e si presta in modo differente da altri linguaggi, per migliorare le capacità sociali e relazionali, la maturazione emotiva, l'individuazione e l'integrazione.
L'intervento con valenze riabilitative, si occupa di riattivare e potenziare determinate aree deficitarie, funzioni non evolute o regredite. In questo caso l'elemento sonoro/musicale può consentire una maggiore attivazione del soggetto, sia in modo massivo che specifico. Inoltre l'elemento sonoro/musicale nei suoi aspetti strutturali, rappresenta un potenziale modello al cui interno è possibile articolare e modificare limiti e potenzialità del soggetto.
In ambito psicoterapeutico l'intervento musicoterapico potrà avere come obbiettivo quello di dare una maggiore strutturazione e consapevolezza del sé e/o favorire un'integrazione intrapsichica in un ottica evolutiva.
Benché i tre ambiti descritti precedentemente siano di fondamentale interesse e importanza è bene spendere qualche parola sulla Musicoterapia in ambito riabilitativo.
In questo ambito infatti, la Musicoterapia assume un aspetto di fondamentale rilevanza in quanto grazie alla musica e al suono si possono risvegliare o riaccendere sensazioni, emozioni o stati d'animo che si pensavano persi o ormai sconosciuti.
In particolare, è di grande aiuto con persone di terza età affette da demenza , Alzheimer e disturbi del comportamento.
In questo caso l'intervento musicoterapico mette in evidenza il riconoscimento dell'unicità di ogni singolo soggetto e del significato che rappresenta in qualunque periodo della vita. È di fondamentale importanza mettere in primo piano nelle attività musicoterapeutiche la persona anziana o affetta da demenza, e questo significa che:
• Deve essere considerato come un individuo senza eguali in tutta la sua unicità.
• La persona è preziosa indipendentemente dal grado di disorientamento o disabilità.
• È di fondamentale importanza dare un senso ai comportamenti stereotipati o insensati, che
vengono considerati come tattiche di sopravvivenza.
• Bisogna saper individuare e rafforzare le potenzialità della persona e i suoi sintomi, vanno
considerati non solo come una sorta di sofferenza o come manifestazione di una patologia, ma come risorse bloccate e anche come strategie di comunicazione.
La Musicoterapia si basa prevalentemente sulla relazione, sull'ascolto empatico, sull'accettazione incondizionata del prossimo per quello che è nel momento presente.
L'utilizzo dell'elemento sonoro/musicale va considerato come mezzo per scoprire e sviluppare le risorse e le potenzialità della persona.
Si parte dal presupposto che ogni persona abbia tutte le capacità e le abilità per adattarsi all'ambiente, inoltre bisogna considerare che in ogni individuo vi è una sorta di fiducia utilizzata per superare le difficoltà nel quale si trova e “venirne fuori”.
In sostanza il musicoterapista si pone "in ascolto" per cercare di scoprire come il prossimo vive la realtà, per cercare di comprendere il suo modo di essere e di comportarsi. Il musicoterapista non cerca ciò che manca, ma quello che è presente; il suo compito è “dialogare” in modo musicale con le persone di cui si prende cura.
Naturalmente tutto questo deve essere affiancato ad un presente e costante lavoro d'equipe in modo tale da valutare i progressi o eventualmente i regressi effettuati.
Per poter affrontare questo tipo di intervento, è bene ricordare quale tipologia di competenze il musicoterapista deve possedere, al fine di effettuare un lavoro esaustivo e duraturo.
• Deve saper ideare percorsi musicoterapici che favoriscano un'integrazione spaziale e temporale.
• Deve essere in grado di utilizzare l'elemento sonoro/musicale per favorire e sviluppare gli ambiti relazionali, motori (ove ne è possibile) e cognitivi.
• Deve essere in grado di ideare un percorso che tenga conto delle esigenze del soggetto in relazione ai bisogni individuali, nel contesto di gruppo e nel contesto della società.
• Dovrà lavorare a stretto contatto con l'equipe medica.
• Dovrà seguire uno stretto lavoro di supervisione.
• Dovrà essere in grado di gestire situazioni molto difficili con pazienti con gravi problematiche nella sfera sociale e relazionale.

La musica è un mezzo di comunicazione anche laddove le parole divengono inaccessibili. Dopo una lesione cerebrale, il pensiero musicale può rimanere completamente integro come lo era prima del trauma. In questo caso il linguaggio sonoro può divenire strumentoprivilegiato per superare questo isolamento; un mezzo di informazione e formazione ed anche di esperienza creativa, poiché contiene elementi suggestivi e suadenti che penetrano nel subconscio influenzando il corpo e la mente permettendo di entrare in un mondo più vasto e ricco di emozioni ed espressioni.
Molti studi hanno dimostrato il duplice effetto psicoterapico della musica sia in ambito fisiologico che psichico. La musica evoca sensazioni, stati d'animo, può far scattare meccanismi inconsci, aiuta a rafforzare l'io e serve da ponte tra il conscio e l'inconscio. Può aiutare a sbloccare repressioni e resistenze permettendo agli impulsi ed ai complessi che producono conflitti e disturbi neuro-psichici di affiorare a livello di coscienza, anche attraverso il processo catartico (tensione-liberazione).

testo di Gallo Marco

Fonti bibliografiche:
Gerardi Manarolo,“Manuale di musicoterapia. Teoria, metodo e applicazione della
musicoterapia”, Edizioni Cosmopolis, Torino 2006.
Pier Luigi Postacchini, “In viaggio attraverso la musicoterapia. Scritti di musicoterapia”, Edizioni
Cosmopolis, Torino 2006.


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